Erythros 2011…. un’avventura nel Corno d’Africa

In Africa si impara ad apprezzare ciò che a “casa nostra” è normale, ciò che ci sembra scontato avere … l’acqua e la corrente elettrica che spesso, anche dove alloggiavamo, mancavano; ma non solo questo, si apprezza la dolcezza di un sorriso, la fraternità di una stretta di mano, il calore di uno sguardo o di una carezza. Oppure la luce del sole quando la mattina ci svegliavamo, subito abbagliati da questa luce così forte, così luminosa che sembrava dire: ‘’Buongiorno ! Scendi dal letto … che già è un nuovo giorno !’’

Partire per l’Eritrea non significa solo fare un viaggio in una terra lontana, in una terra diversa, immersa nel continente africano, bensì rappresenta qualcosa di molto più … è un vera e propria esplorazione dentro noi stessi che coinvolge mente, anima e corpo; un viaggio che ci ha cambiati, che ha lasciato un forte segno dentro noi, un segno che vogliamo trasmettere e testimoniare ai nostri amici, alle persone che ci sono vicine e alle nostre comunità, per migliorare la realtà che ci circonda partendo proprio da questa esperienza.

Ripensando ai giorni del campo non possiamo fare a meno di sorridere! Tornano veloci in mente le persone che abbiamo conosciuto e quelle con cui abbiamo scambiato anche solo quattro chiacchiere e una risata, le situazioni comiche che abbiamo vissuto e anche qualche momento di difficoltà, le storie di vita che abbiamo appreso dai bambini, dai ragazzi, dagli anziani, e i luoghi stupendi che abbiamo visitato.

In Africa si impara ad apprezzare ciò che a “casa nostra” è normale, ciò che ci sembra scontato avere … l’acqua e la corrente elettrica che spesso, anche dove alloggiavamo, mancavano; ma non solo questo, si apprezza la dolcezza di un sorriso, la fraternità di una stretta di mano, il calore di uno sguardo o di una carezza. Oppure la luce del sole quando la mattina ci svegliavamo, subito abbagliati da questa luce così forte, così luminosa che sembrava dire: ‘’Buongiorno ! Scendi dal letto … che già è un nuovo giorno !’’

Abbiamo fatto amicizia con ragazzi e ragazze della nostra età; ogni volta che pensiamo a loro la mente formula sempre le stesse riflessioni: ‘’E’ assurda la differenza di vita che puoi avere a seconda del luogo dove nasci’’…”perché noi si e loro no?”… “PERCHE’?”

Questa gente ha tanto da raccontare … dà il 100% ad un perfetto sconosciuto con il quale condivide tutto se stesso … ci siamo sentiti accolti, ci siamo sentiti amati dal popolo eritreo …

Il sentimento di UMANITA’: ecco ciò che ci ha scaldato il cuore, ciò che abbiamo toccato con mano … ciò che nel mondo in cui viviamo noi, quello dove tutti hanno fretta, dove non ci si ferma neanche un minuto per pensare, dove nessuno ha tempo per nessuno, è venuto a mancare! Tanto hanno queste persone da insegnare a noi che viviamo in quella parte di mondo definita “sviluppata”!

Ad una ragazza con la quale siamo rimaste molto legate chiedevamo spesso come stava, così come usiamo fare quando iniziamo una conversazione. Le risposte erano sempre le stesse: “Tutto bene” oppure ‘’non c’è male’’. Ci lasciava sempre senza parole: “Bene! Grazie a Dio!”, rispondeva nonostante tutto…

Il sentimento di speranza che questi ragazzi ci hanno trasmesso è indescrivibile.

I legami che abbiamo creato in questo viaggio li porteremo per sempre nel nostro cuore, legami veri e sinceri con persone conosciute in pochi giorni ma che sembra di conoscere da una vita.

La storia di questo territorio è segnata da lotte, guerre e dominazioni straniere di cui l’Eritrea ne è stata un vero e proprio palcoscenico. E’ un paese che si trova nella parte settentrionale del Corno d’Africa, uno Stato multilingue e multiculturale con varie religioni (Islam Sunnita, Cristiano-Ortodossa copta, Cattolica e Protestante) e nove gruppi etnici che convivono pacificamente. Nel 1890 fu ufficialmente dichiarata colonia italiana; nel 1941 venne occupata dall’esercito britannico e divenne un protettorato britannico fino al 1952, quando le Nazioni Unite la dichiararono federata con l’Impero Etiope.

La lotta per l’indipendenza ebbe fine nel 1991 – dopo circa 30 anni di lotte – quando il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo scacciò l’esercito etiope fuori dai confini eritrei. Due anni dopo venne indetto un referendum e il 24 maggio 1993 venne dichiarata ufficialmente l’indipendenza. Da quell’anno si è costituita l’assemblea Nazionale che ha eletto l’attuale presidente, Isaias Afewerki.

Il sistema politico eritreo si basa sui principi sanciti dalla National Charter e riaffermati dalla Costituzione dell’Eritrea che, pur approvata nel 1997, non è però stata applicata.

Il governo, giustificando il suo comportamento con la situazione critica del paese, di fatto mantiene sospesi, e non applicati, i diritti civili dei cittadini, impedendo l’esercizio di quanto sancito dalla Costituzione, mentre i media (radio, giornali) sono controllati in maniera ferrea.

Tante sono le esperienze che abbiamo vissuto durante il Campo, tante sono le emozioni cha abbiamo provato … gioia, felicità, rabbia, inquietudine … ci siamo riscoperti fragili e allo stesso tempo felici in una Terra così povera e allo stesso tempo così ricca. Abbiamo dato il meglio di noi stessi cercando di lasciare qualcosa di noi in questa Paese che ora sentiamo anche un po’ nostro, ma soprattutto partiamo con tanti dubbi e con tanti “perché ?” riguardo a questa realtà che fino a ieri non conoscevamo!

Camilla – Pistoia 3

Elena – Massa Finalese 1

Impaginazione a cura di Letizia Salvo – Pattuglia Internazionale Agesci

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