Young spokespersons’ training – Ghent, 4-8 July 2012
“mentre nel movimento scout noi venivamo da tutti gli angoli della terra per non pensare al nostro paese, ma per pensare ad una cosa sola: al ragazzo, e a ciò che avrebbe potuto giovargli; ed egli concludeva esprimendo la speranza che un giorno alla Società delle Nazioni i vari rappresentanti si sarebbero ritrovati in questo spirito, per pensare ad una cosa, alla pace, anziché al proprio singolo Paese.” (Baden-Powell, intervento alla 6ª Conferenza Scout Internazionale, Vienna agosto 1931 in Taccuino cit p.255)
Sono parole che, anche in un confusionario caffè della stazione mentre aspetti l’autobus che alle quattro di notte ti porterà all’aeroporto, fanno riflettere. Mi ha affascinato soprattutto l’idea che di lì a poche ore mi sarei ritrovata nel bel mezzo del sogno di Baden-Powell, quel sogno che oggi Bruxelles simboleggia inequivocabilmente e che egli aveva già intravisto nella Società delle Nazioni e di cui l’Unione Europea è oggi la figlia legittima.
Da Bruxelles ho raggiunto Ghent dove si teneva il seminario per giovani scout interessati a rappresentare la propria associazione in contesti nazionali ed internazionali. Il training era organizzato da WOSM e WAGGGS con la collaborazione di Youth in Action e dell’Unione Europea. Quattro giorni molto intensi con giovani provenienti da dodici paesi dell’UE, ognuno con un suo specifico ruolo, più o meno istituzionale, ognuno interessato ad acquisire gli strumenti necessari a portare avanti un progetto valido che riguardasse l’ambito internazionale, nazionale, ma anche locale. Le competenze che il corso intendeva trasmettere riguardavano soprattutto la capacità di sfruttare i media come veicolo di diffusione dello scoutismo oggi; ci è stato perciò spiegato come realizzare (ma anche come “subire”) interviste, come scrivere un pezzo su un evento che vogliamo sia pubblicizzato e come renderlo accattivante per un possibile giornale, come si fanno servizi televisivi e radiofonici e come i social network possano incrementare la visibilità delle campagne che intendiamo portare avanti. Ma non solo, si è parlato anche di come impostare un discorso da tenere in pubblico, di come catturare e trattenere l’attenzione dell’uditorio, di come gestire il corpo in queste situazioni.
Indubbiamente utile e gestito da capi competenti provenienti da 4 diversi Paesi questo seminario mi ha insegnato molto, mi ha lasciata con molto entusiasmo ma anche molti quesiti. Nelle altre associazioni i ragazzi già a 17 anni ricoprono cariche istituzionali e rappresentative (ho scoperto che in alcuni paesi ci sono delle vere e proprie elezioni dei giovani rappresentanti dello scoutismo nazionale), possono pianificare progetti anche a lungo termine contando sul supporto di capi navigati, sono responsabili persino di trovare le risorse economiche per finanziarli. I quesiti su una così giovane partecipazione mi spingono a riflettere, a capire come per un ragazzo di 20 anni possa essere differente in ogni parte dell’Europa l’esperienza dello scoutismo e delle sue strutture specifiche, senza che questo impedisca la comunione profonda degli ideali e dei valori che si incarnano nell’essere scout.
Per quanto mi riguarda sono più che certa che le competenze acquisite in questo tempo saranno utilissime al nostro progetto. Agesci progetto Serbia è infatti in evoluzione, sta rafforzando la presenza sul territorio grazie ad un’attenta gestione dei contatti con le istituzioni serbe, sta cercando nuove vie nella collaborazione con organizzazioni internazionali come l’ UNHCR e negli accordi con alcune importanti strutture di assistenza sociale. Si sta avviando anche una collaborazione con lo scoutismo croato che si concretizzerà in una tre giorni di strada che vedrà i ragazzi dei clan italiani percorre insieme a quelli croati il cammino dalla Croazia verso la Serbia nella comune volontà di abbattere, metaforicamente e non, i confini nazionali e personali. Inoltre, dopo l’incontro con due ragazze della rappresentanza rumena, si è aperta anche la strada di una cooperazione tra ragazzi italiani e rumeni in terra serba.
L’idea di Baden-Powell di creare qualcosa che fosse per i ragazzi di tutto il mondo più forte della società che li spingeva al conflitto si continua a concretizzare in ogni momento grazie allo scoutismo e a coloro che ne fanno parte, i progetti di collaborazione internazionale nati da questa esperienza ne sono l’ennesima conferma.
Giulia Addazi
A cura di
Letizia Salvo
Pattuglia Internazionale Agesci
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