“Voi fate ponti” ci ha detto Papa Francesco. Nella società che sempre più innalza muri, noi abbiamo il dovere di costruire ponti!
Tutto il percorso del Contingente italiano al prossimo Jamboree è stato costruito attorno al segno e al senso del ponte. Il significato stesso dell’incontro mondiale è la costruzione di ponti, la nascita di legami, l’incontro, il confronto, l’arricchimento reciproco. L’abbattimento delle barriere.
Ecco, le barriere. Quante sono quelle che ci ostacolano quotidianamente nel costruire ponti? Barriere invisibili, fatte di luoghi comuni e pregiudizi, di paure e di fatiche. A volte silenziosamente radicate e presenti anche nelle nostre migliori intenzioni e convinzioni. Per costruire ponti occorre cambiare prospettiva, essere capaci di osservare la realtà da un punto di vista diverso.
Ecco perché il logo del Jamboree ha questa strana forma: una staccionata, una grata, un muro? In realtà è esattamente l’opposto: è un ponte. Quello autoportante che chiamiamo “di Leonardo” e che costruiamo con pochi pali e senza legature, come esercizio di pionieristica. Ma è visto dall’alto, in proiezione. E per scoprirlo occorre appunto… cambiare il punto di osservazione.
Cambiare punto di vista. Immaginare elementi di collegamento laddove emergono differenze. Scoprire legami possibili anche quando la prima impressione è di una distanza insormontabile. Intuire che al di là di ciò che ci separa, anzi forse proprio grazie a ciò che ci distingue possiamo essere ricchezza reciproca. È il significato del Jamboree e forse un po’ di tutta la dimensione internazionale dello scautismo.
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